L’Unione delle Terre d’Argine ha accolto la sfida lanciata dall’Europa con il programma strategico che guiderà la trasformazione digitale degli enti pubblici entro il 2030. Tra i suoi obiettivi programmatici, ha infatti da tempo avviato un percorso finalizzato alla digitalizzazione dei servizi pubblici a beneficio della propria comunità di riferimento e di soggetti esterni che si interfacciano con l’Unione e con i Comuni ad essa aderenti. 

 

Il primo e decisivo passo è stato quello di nominare, ad inizio 2022, un unico Responsabile della Transizione Digitale (RTD) per tutti e quattro i comuni: Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera. Una scelta coraggiosa e impegnativa che ha ottenuto l’attenzione dell'Agenzia per l’Italia Digitale. 

 

 Qual è stata l’importanza di nominare un responsabile unico? 

 

Si è voluto evidenziare ulteriormente l’idea di un “corpo” unico - spiega Daniele De Simone, responsabile dei Servizi Informativi dell’Unione -  che va oltre l’ ente di secondo livello, come organismo a cui vengono conferiti dei servizi. Dopo un primo front test, abbiamo lavorato per rendere omogenei richiesta (del digitale) e servizi (quelli messi effettivamente a disposizione). In questo modo, tutte le scelte adottate hanno coinvolto simultaneamente i quattro territori, garantendo una crescita uniforme, pur in presenza di realtà molto diverse fra loro. La scelta di un’unica regia è in continuità con una più ampia visione organizzativa, partita dalla nomina di un Direttore Generale per tutta l’Unione.

 

Grazie a questa scelta i comuni più piccoli sono riusciti a restare al passo e hanno potuto contare su un team di tecnici e di professionisti  che affiancano il Responsabile della Transizione Digitale.

 

Due parole chiave possono descrivere questo primo anno: Interoperatività e Integrazione. Nella fattispecie, abbiamo rinnovato i nostri software gestionali su indicazione delle linee guida del Governo. Il patrimonio informativo della pubblica amministrazione è un bene fondamentale per lo sviluppo del Paese e deve essere valorizzato e reso disponibile ai cittadini e alle imprese, in forma aperta e interoperabile. Nello specifico, attraverso lo sviluppo delle piattaforme abilitanti AppIO, SPID e PagoPA si è puntato alla riduzione dei tempi e alla semplificazione delle modalità di accesso dei servizi al cittadino; un percorso da affinare e completare, ma che ha consentito di compiere numerosi passi in avanti in termini di “maturità digitale” del territorio.

Per fare un esempio,  il cittadino che si presenta all’anagrafe, fornisce i propri dati, da quel momento, gli altri settori della PA, devono essere in grado di recuperare questi dati, se ne hanno bisogno, nella gestione dei loro processi. 

 

C’è stato un momento spartiacque tra il prima e il dopo questa scelta? 

 

Direi che  i servizi informativi prima erano prevalentemente un centro di elaborazione dati e il nostro ruolo era quello di far funzionare la macchina comunale, fare in modo che i pc funzionassero. Poi, siamo diventati anche erogatori di servizi al cittadino, e siamo “evoluti” in sistemi informativi. Da quel momento si è iniziato a parlare di transizione digitale, e oggi la mia più grande soddisfazione è vedere questi servizi che crescono in maniera esponenziale rispetto alle piattaforme abilitanti come SPID.

 

L’oggetto dell’attività dei Servizi Informativi dell’Unione delle Terre d’Argine è il “dato”, e in particolare il “dato digitale”... 

 

Un dato inteso sia come fruito che come erogato, sempre in termini di servizio. In un anno abbiamo messo a disposizione 153 moduli on line e ognuno di questi è un servizio che prima era solo in formato cartaceo.  Un  enorme vantaggio per il cittadino che non è più vincolato agli orari degli sportelli ed oggi ne può usufruirne h24,  ovunque si trovi, anche semplicemente attraverso uno smartphone. Non è stato tutto semplice, c’è anche il rovescio della medaglia. Mettere  il servizio on line significa garantire che sia sempre disponibile e in modo corretto. Per questo,  abbiamo posizionato i nostri servizi su più data center , nella fattispecie abbiamo i servizi di produzione a Ravenna e duplicati a Parma, così qualora ci fossero dei problemi sul sistema di Ravenna possiamo attivare quello di Parma. In sintesi, abbiamo reso resiliente il sistema, erogando un dato sicuro anche contro gli attacchi informatici. 

 

Oltre ai servizi erogati ai cittadini c’è stato un forte investimento anche nella formazione interna?  

 

Esatto, quella dell’Unione  è stata una scelta strategica. Nell’offrire corsi per la sicurezza informatica ai dipendenti, abbiamo puntato su  strumenti minimi, affinché tutti possano  riuscire ad utilizzare nella maniera più corretta ed efficace (ma anche sicura) i dati che sono alla base dei servizi.

 

In un anno i Servizi Informativi delle Terre d’Argine hanno già collezionato una serie di prestigiosi riconoscimenti …

 

Sì, siamo molto soddisfatti.  Il primo è arrivato nell’autunno dello scorso anno con l’importante riconoscimento nel corso della cerimonia “Agenda Digitale 2022”, organizzata a Bologna dalla Regione Emilia Romagna, secondo le misurazioni a cura dell’indice regionale Desier (Digital Economy and Society Index Emilia-Romagna). L’indice di digitalizzazione utilizzato, denominato Desier (promosso da Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna,  in collaborazione con Art-ER Scpa e Lepida Scpa), è un sistema di indicatori che ha l’obiettivo di misurare il livello di digitalizzazione dei 328 Comuni regionali, e  nasce con l’idea di portare a livello locale e comunale l’indice Desi (Digital Economy and Society index), prodotto annualmente dalla Commissione Europea, attraverso cui vengono monitorati i progressi compiuti dagli Stati membri nel settore digitale. L’indice Desier è costituito da 60 indicatori suddivisi in 4 dimensioni (e ulteriori sottodimensioni): Capitale Umano, Connettività, Integrazione delle tecnologie digitali, Servizi pubblici digitali.

 

E il secondo?

Il secondo è stato il “Premio Agenda Digitale”, conferito dal Politecnico di Milano all’Unione. Si tratta di un portale dedicato alla popolazione fragile e/o non autosufficiente. Il pretesto, tragico, nell’avvio di questo strumento fu il sisma che investì l’Emilia e che pose in evidenza l’urgenza di geolocalizzare tutte quelle persone che non erano in grado di lasciare la propria abitazione, in caso di calamità. Grazie all’interlocuzione con la Protezione Civile e l’Azienda USL di Modena, si è dato corso negli anni successivi, alla creazione di un portale che oggi conta ben 11593 individui censiti.  E’ uno strumento potente per monitorare il tessuto sociale fragile del nostro territorio e si è dimostrato utilissimo sia in momenti di calamità che nella progettualità quotidiana dei servizi sociali.

 

La parola digitale rimanda d’istinto ad una dimensione futura, quale sarà il prossimo passo per l’Unione? 

 

Nell’immediato futuro penso ai finanziamenti messi a disposizione dal PNRR, in particolare la misura M1C3 che darà una fortissima accelerata alla digitalizzazione.  Un obiettivo strategico è senz’altro quello dell’adozione delle  “Linee guida di design per i siti e i servizi digitali delle PA”, a cui stiamo lavorando, proprio grazie ai finanziamenti che siamo stati in grado di intercettare. Mettere a sistema i siti significa renderli accessibili anche in termini di contenuto; pensiamo a chi come portatore di disabilità ha bisogno di configurazioni particolari, con linguaggi semplici, comprensibili. 

 

La modernizzazione di un sistema articolato come quello dell’Unione, passa anche da un grande lavoro di squadra, a tutti i livelli…

 

Siamo stati in grado di far dialogare manager e tecnici - conclude Enrico Diacci, con delega all’Innovazione Istituzionale dell’Unione - , ma prima ancora abbiamo intuito l’importanza politica di questo percorso e creato le condizioni per avviare una riforma strutturale del sistema. Oggi possiamo dire che il nostro è un modello all’avanguardia per la qualità dei servizi che offriamo ai cittadini e per l’accessibilità degli stessi. Il futuro è già di casa nelle Terre d’Argine e ha il volto di una Città Digitale Diffusa.  

La sfida della digitalizzazione diventa sempre più concreta nell’Unione, motore trainante di un’Emilia che sa guardare oltre ogni argine.

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