Unione delle Terre d’Argine, 04/03/2024

L’8 marzo non è solo un'occasione per festeggiare, ma anche per riflettere, agire e impegnarsi attivamente per costruire un mondo migliore, dove l'uguaglianza di genere sia una realtà concreta per tutti. Questa giornata deve assumere un significato profondo, invitandoci a riflettere sui progressi compiuti e sulle battaglie ancora in corso per l'uguaglianza di genere, ma è anche un momento di celebrazione, di riconoscimento del valore delle donne nella società e del loro fondamentale contributo in ogni ambito. Dalle pioniere che hanno lottato per i diritti civili alle donne che quotidianamente si distinguono in vari settori, la Festa rappresenta un'occasione per omaggiare il loro coraggio, la tenacia e l'instancabile impegno.

Allo stesso tempo, la ricorrenza deve servire da monito per non dimenticare le sfide ancora da affrontare. Le disparità, le discriminazioni e le violenze persistono nel nostro territorio, in Italia e in molte realtà del mondo. La violenza è un germe malsano che si innesta sulle disuguaglianze di genere e di trattamento.
La Giornata internazionale della Donna diventi quindi una chiamata all'azione, un invito a rinnovare l'impegno per costruire una società più giusta e inclusiva, dove ogni donna possa avere le stesse opportunità e vedere riconosciuti i propri diritti. Una chiamata che si è tradotta in una positiva e fattiva formula di collaborazione fra le associazioni del territorio.

Le associazioni del nostro territorio stanno lavorando fattivamente insieme alle Istituzioni per accendere l’attenzione sui tanti aspetti che ancora denotano le differenze e le diseguaglianze tra uomini e donne.” – dice Tamara Calzolari, Assessore con delega al Sociale e Pari Opportunità del Comune di Carpi - “Per questo oltre a riflettere attraverso gli spettacoli e le attività di intrattenimento abbiamo promosso un’occasione di confronto con chi rappresenta il mondo del lavoro e delle donne per promuovere sul territorio politiche attive nelle aziende per la parità partendo dalla certificazione di genere. Spesso, infatti,  avere opportunità differenti nel rendersi autonome professionalmente  porta a prevaricazione e violenza verso le donne

L'8 marzo non è una festa". – interviene Cristina Zambelli, Assessore alle pari opportunità del Comune di Soliera - "Violenza fisica e psicologica, molestie, femminicidi, differenze nelle opportunità di carriera e nella retribuzione, maggior rischio di lavoro povero, il persistere di atteggiamenti sessisti e misogini esibiti con noncuranza anche da uomini che ricoprono cariche pubbliche. Lo sdegno che ha caratterizzato lo scorso 25 novembre deve trovare nuovo slancio nel prossimo 8 marzo, appunto non una festa, ma l'occasione per riflettere e definire azioni concrete di salvaguardia dei diritti propri di ogni donna, in ogni parte del mondo“.

Le donne continuano ad affrontare sfide significative anche sul fronte lavorativo, caratterizzate da trattamenti di disparità e discriminazioni. È evidente la persistenza di lacune nel sistema, come dimostra ancora la necessità di introdurre le quote rosa. Queste non sono semplici richieste femministe, ma rappresentano un chiaro segnale che il percorso verso una parità effettiva richiede ancora numerosi passi avanti.

La busta paga arriva lo stesso giorno – commenta Elisa Casarini, Assessore ai Servizi Sociali e alle Pari Opportunità del Comune di Novi di Modena -, ma lo stipendio è diverso. Il gender pay gap, ovvero la differenza salariale tra uomini e donne nel sistema privato, ha raggiunto i 7.922 euro nel nostro Paese. Secondo il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, la parità in busta paga tra uomini e donne è prevista per il 2154. Organizzazioni e istituzioni sono chiamate ad adottare politiche di inclusione in grado di ridurre il divario retributivo di genere e favorire l'emancipazione economica delle donne“.

"A fronte della situazione attuale – aggiunge Luisa Zaccarelli, Assessore alle Pari opportunità del Comune di Campogalliano -, dove ancora le donne percepiscono stipendi molto più bassi di quelli dei colleghi maschi, dove ancora si deve scegliere tra figli e carriera, servono più che mai misure strutturali per il welfare, che assicurino una parità reale. Non si risolvono questi problemi coi bonus. Le misure devono essere frutto di una visione a lungo termine, che tenga conto del ruolo importantissimo della donna in ambito familiare, sociale, culturale e politico e che finalmente lo consolidino".

 

 

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